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I Bronzi di Riace: storia e mistero dietro al simbolo artistico della nostra regione
07.08.25
a cura di
I Bronzi di Riace sono il simbolo più celebre della Magna Graecia nella nostra regione e più in generale dell’influenza della cultura greca in Calabria. Rimaste sui fondali marini a largo di Riace per moltissimo tempo, le due statue sono state ritrovate casualmente il 16 agosto 1972 da un subacqueo dilettante, Stefano Mariottini.
Le statue furono rinvenute a 200-300 metri dalla costa di Riace a circa 10 metri di profondità. Ad oggi vengono custodite nel Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria e sono una delle mete d’eccellenza di centinaia di migliaia di turisti ogni anno.
Il recupero delle statue avvenne tra il 21 e il 22 agosto 1972 da parte dei Carabinieri utilizzando un pallone per il sollevamento. Le statue dopo il recupero ed un breve stazionamento a Reggio Calabria, vennero portate a Firenze per il primo restauro.
I Bronzi raffigurano potenzialmente due guerrieri della metà del V secolo a.C., “Il giovane” alto 1 metro e 98 centimetri e “Il vecchio” alto 1 metro e 97 centimetri. Le statue sono un perfetto esempio di arte greca, dimostrata anche dall’estrema attenzione anatomica e i dettagli di capelli e barba curati nel minimo dettaglio: denti in argento, labbra e capezzoli in rame, occhi con iridi in vetro e madreperla inseriti in pietra calcarea e rosa per la ghiandola lacrimale. Il materiale utilizzato per la loro costruzione è il rame e la realizzazione è avvenuta tramite tecnica a cera persa.
La versione originale delle due statue prevedeva la presenza di elmi e scudi, motivo per il quale si è stati in grado di capire la volontà da parte dell’artista di rappresentare due guerrieri, successivamente rimossi probabilmente per facilitare il trasporto delle due statue. Infatti, ripercorrendo la storia delle due statue le analisi dei materiali utilizzati per la loro costruzione indicano la possibile costruzione dei bronzi ad Argo nel Peloponneso. Rispetto ai soggetti invece alcuni ipotizzano si tratti di Polinice ed Eteocle mentre altri studiosi credono si tratti di Temistocle e Pericle. Il motivo per il quale le statue si trovassero sul fondale della costa di Riace non è conosciuto ma anche qui si ipotizza che le statue vennero ipoteticamente trafugate o esportate verso Roma e successivamente imbarcate in quanto destinate a Costantinopoli, ma la nave che le trasportava naufragò o fu costretta a gettare il carico in mare. Ciò permise il loro ritrovamento integro.
Il velo di mistero che avvolge i bronzi di Riace li rende così affascinanti agli occhi di turisti e visitatori che possono costruire attorno alla loro figura le storie più affascinanti. La loro origine, identità e destinazione restano ancora uno degli argomenti di dibattito più ricorrenti tra gli studiosi, accrescendo in questo modo l’interesse sulle statue custodite nel museo della Città Metropolitana.