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Vecchie e nuove tradizioni del Natale in Calabria

28.11.25

a cura di

Il Natale, in Calabria, ha un sapore tutto suo. È un periodo in cui il tempo sembra rallentare, le strade si riempiono di luci e profumi, e le famiglie si ritrovano attorno a tavole imbandite per celebrare non solo una festa religiosa, ma anche un momento di profonda appartenenza. Come nel resto d’Italia, le tradizioni natalizie calabresi sono il risultato di un intreccio tra riti antichi e nuove abitudini, che convivono e si rinnovano di anno in anno, senza mai perdere la loro magia.

Nei piccoli borghi dell’entroterra, il Natale comincia con i segni più semplici ma più autentici: il focarone, ad esempio, un grande falò che viene acceso la notte della Vigilia. È una delle immagini più suggestive di questa terra: la fiamma che brucia nella piazza, la gente che si raduna attorno per scaldarsi, chiacchierare, scambiarsi auguri. Un tempo aveva un significato religioso e simbolico — rappresentava la luce che vince le tenebre — ma oggi è diventato anche un modo per rinsaldare i legami di comunità, per ritrovarsi dopo un anno di lavoro e di distanza.

In molte case calabresi, l’8 dicembre segna l’inizio ufficiale delle feste. È il giorno in cui si tira fuori la scatola del presepe, si prepara il muschio e si ricrea quel piccolo mondo che racconta la nascita di Gesù. Il presepe, in Calabria, non è solo un simbolo religioso: è un rito familiare, un’occasione per ritrovarsi insieme. In alcuni paesi è ancora viva la novena, nove giorni di canti e preghiere che precedono il Natale. Gli anziani ricordano le melodie antiche intonate dai suonatori di zampogna che giravano di casa in casa per portare la benedizione. Oggi, in qualche borgo dell’Aspromonte o della Sila, si può ancora sentire quel suono che annuncia l’arrivo della festa.

E poi c’è il profumo, inconfondibile, dei dolci e dei piatti della tradizione. In Calabria, il Natale si celebra anche — e forse soprattutto — a tavola. Ogni provincia ha le sue specialità: la pitta ‘mpigliata di Cosenza, ricca di miele, noci e fichi secchi; le susumelle del Reggino, biscotti al miele ricoperti di cioccolato; il baccalà fritto e le zeppole di patate, che non mancano mai sulla tavola della Vigilia. Il cenone, tradizionalmente di magro, si trasforma in un trionfo di sapori genuini, mentre il pranzo di Natale è un’esplosione di abbondanza e convivialità, con i parenti che arrivano anche da lontano per condividere il pasto più atteso dell’anno.

Negli ultimi decenni, però, anche qui il Natale ha assunto un volto nuovo. Accanto alle usanze antiche, sono nate nuove tradizioni, figlie del nostro tempo. Babbo Natale, un tempo figura quasi estranea alla cultura del Sud, è diventato ormai un ospite fisso nelle case e nelle piazze. In molti paesi lo si vede arrivare in piazza, magari calandosi dal campanile o portando doni ai bambini in occasione delle feste organizzate dalle proloco.

I mercatini di Natale, ispirati a quelli del Nord Europa, si sono moltiplicati anche in Calabria: nelle piazze addobbate con luci colorate si vendono prodotti tipici, artigianato locale e decorazioni fatte a mano. È un modo moderno di vivere lo spirito natalizio, che unisce la tradizione all’atmosfera di festa contemporanea. Le luminarie artistiche di alcune città, come Tropea, Nicotera e Reggio Calabria, trasformano le vie in un vero spettacolo di luci, attirando visitatori da tutta la regione.

Certo, oggi il Natale è anche un po’ più “digitale”: si condividono gli auguri sui social, si mostrano le tavole imbandite su Instagram, si fanno videochiamate per sentirsi più vicini anche a chilometri di distanza. Ma, in fondo, tutto questo non cancella la tradizione: la trasforma, le dà nuove forme per continuare a esistere.

Il Natale in Calabria — e in Italia in generale — resta un momento di calore, di famiglia, di ritorno alle origini. È una festa che unisce passato e presente, dove il profumo del miele e del mosto cotto si mescola alle luci dei centri cittadini, dove il suono delle zampogne convive con le playlist di canzoni natalizie. Cambiano i tempi, cambiano i gesti, ma il senso profondo resta lo stesso: celebrare la vita, la speranza e la gioia di stare insieme.

Perché, in fondo, che si tratti di un presepe fatto a mano o di un albero illuminato a LED, ciò che conta è lo spirito con cui si vive il Natale. Quello spirito antico e luminoso che, da secoli, scalda i cuori dei calabresi e degli italiani di ogni generazione.