Tradizionale

Rilassante

Enogastronomico

La Castagna Calabrese: una ricchezza di biodiversità e gusto

11.11.25

a cura di

L'autunno in Calabria porta con sé un profumo inconfondibile, quello dolciastro e affumicato delle caldarroste. Per i calabresi la castagna è simbolo di storia e cultura regionale, tanto da meritare lo storico appellativo di "albero del pane" per aver rappresentato una risorsa vitale che per secoli ha salvato intere popolazioni dalla carestia nei periodi più difficili. 

I vasti e rigogliosi castagneti disegnano paesaggi mozzafiato sui rilievi montuosi della regione (in particolare Sila, Pollino e Serre), e continuano a essere il cuore pulsante di un'antica e ricca tradizione agroalimentare, riconosciuta ufficialmente dal Ministero con l'inserimento delle "Castagne di Calabria" nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT).

La Calabria custodisce una notevole biodiversità castanicola, con numerose cultivar ed ecotipi locali, ognuno caratterizzato da specifiche pezzature, sapori e periodi di maturazione. Questa ricchezza è certificata dalla presenza di ben cinque varietà autoctone iscritte nel Registro Nazionale delle Varietà delle Piante da Frutto. Tra tutte, la varietà più diffusa è senza dubbio la 'Nserta Calabrese, che copre circa la metà del territorio dedicato alla castanicoltura, riconoscibile per i frutti di media pezzatura e il colore bruno-scuro striato. Molto apprezzata per la sua precocità e la grossa pezzatura è la Riggiola Calabrese, che matura già a inizio ottobre ed è ampiamente coltivata. Completano il quadro ufficiale varietà come l'Arturo, tipica delle Serre Cosentine, la Giacchettara, diffusa nel Vibonese, e la Mamma, senza dimenticare altre eccellenze locali come il Marrone di San Donato o la Curcia.

Questa ricchezza si traduce in una grande versatilità in cucina. La celebrazione più immediata e amata è, ovviamente, la caldarrosta: lo street food autunnale per eccellenza, cotto nelle padelle forate sulla brace. Ma la tradizione ne valorizza anche l'uso conservato: i pistiddri sono il risultato di una lavorazione storica dove le castagne vengono essiccate—spesso negli antichi essiccatoi chiamati pastillari—e poi bollite, un prodotto che vanta anch'esso la certificazione PAT. Quando arrivano le feste natalizie, la castagna diventa il cuore di dolci iconici come le Chinole o Lucerne, deliziose frittelle ripiene di una ricca crema a base di castagne lesse, cioccolato fondente, liquore e spezie, spesso guarnite con miele. Storicamente, poi, la farina di castagne, più accessibile di quella di grano, veniva impiegata per fare il pane, un uso riscoperto oggi in diverse preparazioni artigianali che affiancano marmellate, creme spalmabili e marron glacé.

L'autunno è senza dubbio la stagione più magica per visitare la Calabria montana, il momento ideale per immergersi nei colori caldi del foliage e per fare trekking tra i secolari castagneti, spesso combinando la bellezza del paesaggio con l'esperienza della raccolta. Diverse aree sono particolarmente rinomate per la loro vocazione castanicola e la rete di sentieri escursionistici. Nel Parco Nazionale del Pollino, ad esempio, le zone intorno a Saracena e Castrovillari uniscono l'escursionismo alla degustazione dei prodotti locali, mentre più a sud, nel Parco Naturale Regionale delle Serre, i boschi del monte Trematerra e l'area della Lacina a Serra San Bruno offrono percorsi suggestivi tra alberi maestosi e le rovine degli antichi pastillari. Anche la Sila Piccola, con le aree montane attorno a Taverna, offre fitti castagneti ideali per passeggiate e per vivere l'emozione della raccolta, un rituale che lega profondamente il visitatore all'anima autentica e generosa della Calabria.