
11.02.25
a cura di
Redazione
Romantico
Divertente
Artistico
“In una terra crudele dove la neve si mescola al miele”. A Sanremo Brunori SAS
Già premiato dall’Accademia della Crusca come miglior testo in gara, “L'albero delle noci" di Brunori Sas, al secolo Dario Brunori, è (anche) una canzone d'amore dedicata alla Calabria che si intreccia al tema della paternità.
Un debutto che è già un successo quello del cantautore di San Fili, che domina il panorama indie nazionale ormai da molti anni.
Il suo esordio sul palco dell’Ariston si pone in continuità con una tradizione regionale importante. Nel 1967, Dalida, pur essendo nata al Cairo da genitori originari di Serrastretta, in provincia di Catanzaro, partecipò con "Ciao amore ciao", scritta dal suo compagno Luigi Tenco. Nella stessa edizione, Mino Reitano, di Fiumara (Reggio Calabria), debuttò con un brano scritto da Mogol e Battisti, in coppia con The Hollies. Nel 1978, Rino Gaetano, nato a Crotone, portò sul palco "Gianna", una canzone che divenne iconica per la sua ironia e originalità. Nel 1989, Mia Martini, originaria di Bagnara Calabra, emozionò il pubblico con "Almeno tu nell'universo", una delle esibizioni più intense nella storia del Festival. Sua sorella, Loredana Bertè, anch'essa di Bagnara Calabra, partecipò numerose volte, lasciando il segno con performance innovative e provocatorie. Nel 1998, Lisa, nata a Gioiosa Ionica, si classificò terza con "Sempre". Nel 2003, Sergio Cammariere, di Crotone, debuttò con "Tutto quello che un uomo", ottenendo il terzo posto e il Premio della Critica. Più recentemente, nel 2021, Aiello, originario di Cosenza, partecipò con "Ora". Anche Noemi, sebbene nata a Roma, vanta origini calabresi e ha partecipato più volte al Festival.
Brunori raccoglie questo testimone e la sua esibizione è attesa con grande entusiasmo.
L’albero delle noci
di D. Brunori
Ed. Warner Chappell Music Italiana/Picicca/Nonsense Edizioni Musicali
Sono cresciute veloci le foglie sull’albero delle noci
E nei tuoi occhi di mamma adesso splende una piccola fiamma
Io come sempre canguro fra il passato e il futuro
Scrivo canzoni d’amore alla ricerca di un porto sicuro
E come un ragioniere in bilico fra il dare e l’avere
Faccio partite doppie persino col mio cuore
Come si può cadere in basso
Da una distanza siderale
Sono passati veloci questi anni feroci
E nel mio cuore di padre il desiderio adesso è chiuso a chiave
E tu sei stata bravissima all’esame di maturità
Ad unire i puntini fra la mia bocca e la verità
Che tutto questo amore io non lo posso sostenere
Perché conosco benissimo le dimensioni del mio cuore
E posso navigare anche in assenza di stella polare
Vorrei cambiare la voce
Vorrei cantare senza parole
Senza mentire
Per paura di farti soffrire
Vorrei cantarti l’amore, amore
Il buio che arriva nel giorno che muore
Senza cadere
Nella paura di farti male
Sono cresciuto in una terra crudele dove la neve si mescola al miele
E le persone buone portano in testa corone di spine
Ed ho imparato sin da bambino la differenza fra il sangue e il vino
E che una vita si può spezzare per un pezzetto di carne o di pane
E a tutta questa felicità io non mi posso abituare
Perché conosco il sogno del faraone
Le vacche grasse e le vacche magre
E che si può cadere da una distanza siderale
Vorrei cambiare la voce
Vorrei cantare senza parole
Senza mentire
Per paura di farti soffrire
Vorrei cantarti l’amore, amore
La notte che arriva nel giorno che muore
Senza cadere
Nella paura di farti male
Sono cresciuti troppo veloci questi riccioli meravigliosi
E ora ti vedo camminare con la manina in quella di tua madre
E tutta questa felicità forse la posso sostenere
Perché hai cambiato l’architettura e le proporzioni del mio cuore
E posso navigare sotto una nuova stella polare.